Conoscete Via Orlando a Roma? No? Forse non col nome. È una delle strade impressionanti che sboccano in piazza della Repubblica, non Via Nazionale, no, ma quella accanto, non meno impressionante per quanto riguarda la larghezza. Arrivano su tre, quattro corsie le macchine per poi immettersi nel vortice della circolazione rotatoria intorno alla fontana della piazza. Anche le strisce pedonali non danno nessun conforto: È sempre un’avventura attraversare Via Orlando.
Sono spesso a Roma e così sono abituata a questa città. Anche al suo traffico. Forse grazie alla mia età un po’ avanzata – (sono sopravvissuta per 50 anni, perché non per altri 50?) – attraverso anche vie, viali e corsi e piazze molto ampi, senza paura, quasi, sempre con lo stesso metodo: Non guardo né a sinistra né a destra, facendo finta di non stare attento alle macchine, con gli occhi fissati sull’altro lato della strada. Un po’ come un toro che attacca.
Questa volta sono a Roma con Vera, mia figlia. Anche lei con i suoi 20 anni non è cresciuta senza esperienze italiane, fin da bimba doveva accompagnarmi come anche il resto della famiglia. Siamo in giro camminando, chiacchierando, progettando la serata… Ad un certo punto stiamo per attraversare… Via Orlando! Io lo faccio come sempre. Arrivata sull’altro lato, cerco mia figlia accanto a me. Nessuna figlia! Lei, invece, è rimasta indietro, tra di noi il traffico furioso del tardo pomeriggio. All’improvviso, una signora anziana si avvicina a Vera, una signora sui 70, 75 anni, elegante, piccolina, gracile, ma con aria decisa. Anche lei sta per attraversare la strada. All’improvviso, di volo quasi, prende sottobraccio la mia figlia sbalordita e la trae verso di me. Prima con la bocca aperta e gli occhi spalancati, un po’ paralizzata per lo stupore, Vera poi esplode in una risata infinita e a malapena riesce a ringraziare. “Ho fatto un bel lavoretto da boy-scout, vero?” risponde la signora sorridente, “Non potevo farti aspettare fino a mezzanotte.” E ride anche lei, come una ragazzina quasi…